Pubblicato il 21 Dicembre 2017 | da Valerio Caprara
050 primavere
Sommario: La Rochelle, Francia, oggi. La cinquantenne vedova con figli Aurore si trova ad affrontare contemporaneamente gravi impasse esistenziali, ma riesce a tenere duro ricorrendo alle doti di coraggio, sensibilità e autoironia d'impronta femminile.
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Ancorché percepibile appieno da una sensibilità femminile, “50 primavere” è un film girato in punta di cinepresa che aggira i lati malinconici della vita a beneficio di qualsiasi platea. L’auto-cronaca divagante tra inquietudini e consapevolezze di Aurore, cinquantenne separata alle prese con disavventure lavorative, problematiche delle figlie e vampate della menopausa, include qualche cliché e sbrigatività di stile, ma riesce a trasmettere lo spaesamento di tutti coloro (maschi e femmine) che si ritrovano come fulminati dall’impatto con snodi esistenziali ahinoi inevitabili, oltre che prevedibili.
In sintonia con lo spirito della regista Lenoir, femminista non dogmatica o furente, l’interpretazione della Jaoui vitalizza i momenti sottotono e modera quelli sopra le righe conferendo all’analisi psicologica una freschezza non comune e ai contraccolpi nostalgici un’accattivante autoironia. Supportato senza farsene intimidire dallo spezzone di un’intervista all’antropologa Héritier e un flash del classico del melodramma “E’ nata una stella” di Wellman, il film chiude in bellezza facendo scorrere i titoli di coda sulla trascinante Ain’t Got No, I Got Life cantata da Nina Simone.
50 PRIMAVERE
Regia: Blandine Lenoir
Con: Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot
Genere: commedia. Francia 2017