Recensioni

Pubblicato il 9 Giugno 2017 | da Valerio Caprara

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Sognare è vivere

Sognare è vivere Valerio Caprara
soggett e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Madre fragile sognatrice e figlio affascinato condividono il clima di grandi speranze suscitato dai primi passi del neonato Stato d'Israele.

2.3


Tratto dal corposo romanzo autobiografico di Amos Oz Una storia di amore e di tenebra e presentato due anni fa a Cannes, “Sognare è vivere” segna l’esordio dietro la macchina da presa di un’attrice intensa e versatile come l’israeliana Natalie Portman. Girato nella versione originale in lingua ebraica, il film tenta di riassumere le dense ramificazioni narrative e psicologiche in un ordito cinematografico in grado di restituire il senso di malinconia che promana dall’esplicita dichiarazione d’amore dello scrittore per il suo paese.

Purtroppo, però, mentre la stessa Portman risulta all’altezza nel ruolo della madre sognatrice Fania, arrivata con marito e figlio in Palestina negli anni che precedono la nascita dello stato d’Israele, la qualità di Oz appare via via sempre più appiattita nel tono e lo stile dei melodrammi impegnati e all’uopo sterilizzati che piacciono tanto a coloro a cui non piace il cinema. Il rapporto della protagonista con il piccolo Amos, basato sul racconto di storie d’avventure e viaggi inventati, è reso con forte immedesimazione, ma l’insieme sconta la tipica overdose di stereotipi che caratterizza gli esordienti smaniosi di dimostrare la propria artisticità.

SOGNARE E’ VIVERE

Regia: Natalie Portman

Con: Natalie Portman, Gilad Kahana, Amir Tessier

Drammatico- Israele-Usa 2015    Sognare è vivere

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