Pubblicato il 24 Marzo 2016 | da Valerio Caprara
0Batman v Superman: Dawn of Justice
Sommario: Due storici supereroi potrebbero autodistruggersi mettendo in pericolo l'umanità a causa delle loro (troppo) buone intenzioni. E il guaio è che un supercattivo paranoico farà di tutto perché ciò avvenga.
1.8
“Batman v Superman: Dawn of Justice” è un blockbuster decisamente estroso, zeppo di pretensioni politiche e religiose nonché imperniato su un duplice duello, quello primario sullo schermo tra i due mitici supereroi e quello, indirettamente allestito sul piano industriale mondiale, tra questa ulteriore variazione (dopo “L’uomo d’acciaio”) della filosofia fumettistica della DC Comics e le potenzialità che restano patrimonio della mega concorrente Marvel. Non è lecito soffermarsi più di tanto sulla trama, dunque, proprio perché i colpi di scena thrilling e i numerosi ribaltamenti di fronte soggiacciono stranamente alla miriade di contraddizioni e idiosincrasie proposte dalla sceneggiatura di Chris Terrio e David S. Goyer e fatte esplodere nelle immagini da Zac Snyder, il regista campione della tecnica iperdigitale esaltato e/o tacciato d’essere un fascista a causa di “300”. Siamo subito paracadutati, infatti, nella prima mezz’ora d’altissimo livello in uno scenario apocalittico chiaramente ispirato alla tregenda delle Twin Towers: Superman (interpretato dall’elegante e un po’ troppo compito Henry Cavill) ha salvato per l’ennesima volta Metropolis, ma secondo l’opinione pubblica provocando troppi effetti collaterali di morti e distruzioni. Il paladino patriottico per eccellenza sarebbe diventato in pratica onnipotente, una sorta d’impietosa divinità laica che ha lasciato per strada la solare identità kryptoniana per sposare le ambigue caratteristiche del terrorista a fin di bene.
Tesi ardua, in qualche modo persino orecchiata dalle posizioni antagoniste del guru Chomsky, che però serve alla trama per insospettire e poi mobilitare Bruce Wayne alias Batman (Ben Affleck, straripante nei muscoli, ma non nella qualità dell’espressione), il vigilante di Gotham City che gli dichiara una sorta di guerra preventiva. Tra i due litiganti può, così, inserirsi un vero arcinemico del genere umano, il giovane Lex Luthor (un grandissimo Jesse Eisenberg) ovvero il grillo parlante paranoico che –incarnando la mutazione provocata dall’11 settembre, data della rinnovata perdita dell’innocenza americana- ostacolerà sino all’ultimo la possibile riappacificazione tra i due colossi fantasy. Il film risente di questo ménage à trois guerrigliero, specie quando allenta la tensione che è, sì, infarcita di battaglie in 3D, audio altisonante e fotografia cupissima, ma anche omogenea a una visione sottilmente pop e artificiale e decide di bombardare lo spettatore con un profluvio frasi sentenziose e trombonate ammonitrici del tipo: “Nessuno resta buono a questo mondo” o “Se l’uomo non uccide Dio, lo farà il diavolo”. Peccato, insomma, che la forza impetuosa di Snyder –nuovamente clamorosa nel finalissimo, ma mai all’altezza del genio dell’angelo custode Christopher Nolan- si ritrovi anchilosata da una certa confusionarietà complessiva indotta dalla mancanza di humour, dei necessari contrappunti emotivi (conta poco, per esempio, che Batman sconti un passato psicoanaliticamente doloroso e che il flautato Caine sia stato sostituito da un ghignante Irons) e di più scambi di battute all’altezza di quella che scocca al momento dell’apparizione di Wonder Woman (la notevole Gal Gadot)… Quando l’uomo pipistrello indica la leggiadra ragazza e chiede a Superman: “Lei è con te” e l’altro risponde: “No, credevo fosse con te”.
BATMAN V SUPERMAN
REGIA: ZAC SNYDER
CON: BEN AFFLECK, HENRY CAVILL, JESSE EISENBERG, JEREMY IRONS, GAL GADOT
FANTAFUMETTISTICO – USA 2016