Recensioni

Pubblicato il 23 Settembre 2018 | da Valerio Caprara

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Un figlio all’improvviso

Un figlio all’improvviso Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Benestante coppia parigina si ritrova all'improvviso in casa un ragazzone sordomuto che asserisce d'essere un figlio abbandonato in tenera età. In un balletto di quiproquo imbarazzanti l'incredulità del marito duella comicamente con il folle compiacimento della moglie gratificata dal sempre frustato desiderio di maternità.

1.5


Commedia tratta da una pièce teatrale, “Un figlio all’improvviso” prosegue la missione di sdoganare dalla censura del buonismo gli ardui temi della disabilità e riesce a tenersi abbastanza in equilibrio tra gag scacciapensieri e qualche osservazione non banale sulle mentalità e i comportamenti di una borghesia né alta né bassa, né buona né cattiva bensì assolutamente “media”. Thiéry, autore del testo e interprete del ruolo di Patrick già sul palcoscenico, cofirma con Lobelle un film che non ha certo grandi pretese ma s’avvale, come spesso succede oltralpe, di una coppia di protagonisti forse irreprensibili anche se dovessero leggere l’elenco del telefono: Clavier e la Frot risultano, in effetti, credibilissimi nelle vesti dei coniugi benestanti di mezza età André e Laurence che vengono all’improvviso avvicinati da un giovanotto sordomuto quarantenne che asserisce d’essere il loro figlio segreto abbondonato in tenera età e riesce a insediarsi nel loro riparato nido domestico.

Mentre l’uomo si mette sulla più aspra difensiva ritenendo Patrick un volgare truffatore, la donna, che è sempre stata sterile, inizia a crogiolarsi nell’idea assurda d’avere dimenticato d’averlo partorito e nel piacere di potere dare finalmente sfogo al frustrato desiderio di maternità. Affollato di personaggi minori generalmente ben rifiniti e punteggiato da gag spesso scoppiettanti, “Un figlio all’improvviso” perde a mano a mano intensità fino ad affievolire gli spunti davvero urticanti di una situazione via via più assurda e paradossale. L’intento del film, escludendo qualsiasi sospetto derisorio anche perché Thiéry ha un fratello sordomuto, è quello di utilizzare gli allegri quiproquo per guardare alla disabilità senza cautele ipocrite, ma senza assolvere i pregiudizi della gente. C’era proprio bisogno del solito fiotto di buoni sentimenti per ammannire un finale di una scontatezza imbarazzante?

UN FIGLIO ALL’IMPROVVISO

COMMEDIA, FRANCIA/BELGIO 2017    

Regia di Sébastien Thiéry, Vincent Lobelle. Con: Christian Clavier, Catherine Frot, Sébastien Thiéry, Pascal Arbillot

 

 

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