All Movies Magazine

Pubblicato il 19 Giugno 2019 | da Giuseppe Cozzolino

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THE SERIAL LAB: Appunti su “Il Trono di Spade”

APOLOGIA DI “GAME OF THRONES”

A cura di Antonio Cataruozzolo

 

Esegesi: In filologia, l’esegesi è l’interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del significato.

«Let’s do it the old way, You against me.» Jon Snow

Un prodotto cinematografico o serietelevisivo, più di un testo letterario, possiede vari livelli d’interpretazione. Dall’analisi meramente filmica fondata sul découpage, sulla fotografia e sulla diegesi, a quella del dialogico, dell’uso del sonoro e del lavoro attoriale. Per non parlare della costruzione di senso attraverso il montaggio. Nell’era postmoderna la spettacolarizzazione derivante dagli effetti speciali realizza “seducendo” un trasporto in maniera straordinaria dello spettatore, diviene una delle forme d’intrattenimento d’obbligo per il pubblico, sia quello orientato al prodotto commerciale, sia quelli del cinema d’essai.

La narrativa seriale si è evoluta nel corso degli anni, sia per motivi tecnici che commerciali, basando la sua struttura su piani narrativi orizzontali e verticali al cui interno inserire diverse storyline, creando le così détte trame multistrand, e suddividendo gli episodi in quattro atti, ora addirittura in cinque. Attingendo dal cinema alcuni aspetti, migliorando particolarmente l’elaborazione dell’introspezione dei personaggi, ha implementato lo spessore tematico in maniera molto raffinata rivolgendolo all’attualità politica, sociale, relazionale, familiare. Ha saputo e sa descrivere i nostri tempi “intrattenendo” con allegorie del potere presentando personaggi divenuti icone dell’immaginario contemporaneo, sia nei generi drama, spy, investigation che comedy.

La domanda da porsi, alla luce del cataclisma che si è abbattuto sull’ottava stagione, è quanto un prodotto artistico in generale possa essere criticato e giudicato dal pubblico, se il pubblico non riesce ad analizzare il prodotto a 360°, ma lo fa, nel caso seriale, solo dal punto di vista dello sviluppo della trama, provando a prevedere le mosse dei personaggi.

C’è un limite oltre il quale non si può andare da spettatori? Il limite non ci dovrebbe essere se lo spettatore non sia limitato. E con spettatore limitato intendo tracciare un profilo di spettatore che giudica un personaggio solo come una persona che agisce all’interno di una storia. Mentre ogni personaggio di un prodotto narrativo in generale è molto di più di un individuo. Egli è l’espressione di una parte della società. È una metafora di un aspetto della vita. È un’arma drammaturgica creata per fini politici. Non è un semplice individuo, è la rappresentazione di un modo di stare al mondo. I cui pensieri scaturiscono da elementi comuni a tutti noi, ma che in determinati passaggi i suoi comportamenti hanno un fine unico e solo, quello di far emergere la morale ed il senso delle cose della nostra realtà nella storia narrata. Lì si trova il respiro universale della letteratura trasposta in audiovisivo.

L’opinabilità è una facoltà inviolabile dell’uomo. Ma non bisogna abusare di essa senza misurarsi con i reali intenti e rimandi degli showrunner che hanno lavorato ad una determinata serie, basterebbe anche solo informarsi ed istruirsi attraverso le interviste che hanno rilasciato. Ora la mente vola immediatamente a quel “Dany Kind of Forgot About the Iron Fleet” dell’intervista dell’Inside the Episode del quinto episodio, in cui David Benioff commenta il come venga ucciso uno dei draghi dai colpi degli scorpioni di Euron. La motivazione che si potrebbe dare è che Dany si sia distratta, trovandosi a Roccia del Drago, a casa sua. Ci potrebbe stare la dimenticanza della flotta, nel guardare Rhaegal in volo, appena guarito? Io credo di sì. Gli errori in una serie ci possono essere. Ma non si deve assumere la veste di detrattore solo per alcuni dettagli o perché il finale non ha rispettato le nostre aspettative. Molte cose che avrebbero potuto ribaltare le sorti nell’ultimo episodio sono rimaste disattese, è vero; ciò non toglie che proprio per questo finale aperto, alcune cose potrebbero essere rivelate in un ipotetico sequel tra qualche anno.

La gratuità con la quale chiunque ha sentenziato sulla fine di Game of Thrones, è il segnale che ci avverte che si ha un approccio meramente superficiale alla narrativa seriale, basando la propria prospettiva solo sull’agire dei personaggi, sugli effetti delle loro azioni, meccanizzando e rapportando il proprio raziocinio a quelle azioni, non cogliendo la raffinatezza di alcuni passaggi del dialogico e del filmico, attraverso cui molti caratteri ed azioni dei personaggi poi faranno ritorno e troveranno la loro coerenza.

Altra cosa è la critica formale della fotografia della 8×3. La poetica filmica della battaglia di Winterfell non è opinabile, nella misura in cui si è deciso di rispettare il realismo dell’ambientazione, in cui i soldati impegnati in battaglia hanno combattuto davvero alla cieca. Perché noi spettatori avremmo dovuto avere un trattamento diverso?

Tra centinaia di articoli e migliaia di fandom che hanno creato post tra i più svariati, sono il primo a poter dire di aver notato una cosa molto singolare: Sir Podrick Payne non ha parlato nemmeno una volta nell’ottava stagione di GoT. L’unica volta che abbiamo udito la sua voce è stata nella 8×2 quando ha cantato ‘Jenny of The Oldstones’. Poi nella 8×4 lo si vede sussurrare all’orecchio di due giovani avvenenti, parole colme di talenti da scoprire.

Nella settimana seguente la messa in onda del series finale divulgai, in alcuni gruppi fandom italiani, questa simpaticissima finta dichiarazione dei due Showrunner di GOT, proprio per lanciare una scarica di mortaio intellettuale su tutti loro, ed in effetti ha creato il panico, perché buona parte degli utenti ha pensato fosse vera.

La riproponiamo anche qui con il sorriso e l’auspicio di innescare uno sguardo diverso sulla critica ed il giudizio di merito.

«Allora in ordine sparso: quelli che chiamate buchi nella trama o nella sceneggiatura (oddio/face-palm), alcuni sono semplici ellissi, altri sono scelte basate sull’omissione volontaria di non rivelare alcune conseguenze di determinate azioni dei personaggi, come i messaggi scritti ed inviati da Varys sull’identità di Jon Snow, che restano disattesi durante il processo di Tyrion, o di non svelare determinati antefatti come l’identità o ‘l’intento’ del Night King e sul simbolismo del vortice. Altro discorso sul vostro accanimento verso il calcolo delle probabilità, come Missandei sia stata ripescata dalla scialuppa proprio da una nave di Euron, o che Euron stesso si sia spiaggiato nel momento esatto e nello stesso punto in cui si trova Jaime, beh signore e signori questi sono i così détti colpi di scena.

Perché abbiamo lasciato un po’ di cose in sospeso? Non ve lo possiamo dire. Perché? Semplice, lo saprete guardando gli spinoff a breve, ed il sequel della serie tra dieci anni. Si esatto ci sarà un sequel. Voi siete solo dei consumatori. E dovrete sottostare alle nostre scelte narrative dettate per nostra fortuna da strategie di marketing. Sulle strategie militari, l’uccisione di Rhaegal, il non ferimento di Drogon nel quinto episodio, la ricomparsa di Dothraki ed Immacolati, anche se non li avete visti non vuol dire che fossero tutti morti, nella quarta puntata abbiamo detto che erano stati dimezzati, non decimati sino all’ultimo, tutte queste sono cose che non andrebbero nemmeno commentate. Bran che afferma di non poter essere più Lord di niente e poi accetta la corona da Re? Anche voi non vorreste essere eletti presidenti di condominio ma accettereste una candidatura alle europee. Servire il regno con i propri poteri è diverso da essere Lord davanti un camino.

Abbiamo toppato con la pietra che ripara Jon dal fuoco di Viserion, visto che ha distrutto un lato delle mura di Winterfell in un secondo? Errore anche sugli sfondi paesaggistici intorno Approdo del Re, mettendo prima boschi poi terra arida? Ma se volessimo ragionare secondo la vostra impeccabile logica quello era un blocco massiccio di roccia e non mattoni incollati da secoli con lo sputacchio, e gli alberi del bosco sono stati abbattuti per costruire gli scorpioni di Qyburn. Vedete? Con il troppo raziocinio non si può narrare un prodotto di finzione.

Per quanto riguarda il bicchiere di Starbucks toglietevi dalla testa che in post nessuno l’abbia notato. Ma vogliamo provare dare la colpa alle segretarie di edizione o ai video assist? Nessun assistente ha notato nulla? Nessuno. Semplicemente perchè è stata la più geniale operazione di product placement della storia della televisione.

Il terzo episodio troppo scuro? Personaggi femminili stravolti? Dany che impazzisce non è coerente? Jaime non doveva deflorare Brienne e poi ritornare da Cersei? Dove ha viaggiato Bran durante il terzo episodio? Tutto sviluppato troppo in fretta? La risposta a queste domande e ad altre simili sta solo nel vostro limite intellettuale. Non tutti abbiamo gli strumenti per decodificare ed analizzare una serie come potrebbe farlo chi avesse solide basi di cinema, di letteratura ma soprattutto come chi fosse dotato di una certa sensibilità e buonsenso.

Siete solo dei consumatori che hanno deciso di intrattenersi con questa serie. Non è colpa vostra se non la comprenderete mai veramente. Avete creato e votato una petizione per dementi.»

Ora non resta che attendere la fine delle riprese del prequel Bloodmoon iniziate da poco a Belfast, che avranno tra i protagonisti Naomi Watts, utilizzandole stesse location dove hanno prodotto Il Trono di Spade. La storia sarà incentrata sulle vicende che hanno portato alla genesi dei White Walker, 5,000 anni prima delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, narrando la discesa del mondo dall’Età d’oro degli Eroi durante la sua fase più oscura, quell’inverno durato quanto una generazione e passato alla storia come la Lunga Notte. In questo nuovo capitolo “Westeros appare come un posto molto diverso. Non c’è Approdo del Re. Non c’è il Trono di Spade.” afferma Martin,“Non ci sono Targaryen. Valyria è ancora all’inizio del grande impero che poi è diventata. Abbiamo a che fare con un mondo diverso, più antico, e ci auguriamo che questo sia uno degli aspetti più interessanti della serie”. Che dire… Staremo a vedere. Valar Morghulis.

 

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