Recensioni

Pubblicato il 15 Maggio 2022 | da Valerio Caprara

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ONLY THE ANIMALS – STORIE DI SPIRITI AMANTI

ONLY THE ANIMALS – STORIE DI SPIRITI AMANTI Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Un villaggio sperduto sull’altopiano delle Causses nell’Aveyron; Évelyne, la moglie di un notabile locale, che sembra sparita nel nulla; un imberbe gendarme che interroga l’animalesco fattore Joseph, l’assistente sociale Alice, il marito di quest’ultima Michel, anch’esso bifolco borderline, però impegnato a chattare furtivamente giorno e notte sull’Ipad. Poi il noir si scompone rimettendo in scena alla maniera di “Rashômon” lo stesso fatto visto da prospettive diverse e introducendo altri due personaggi: la cameriera Marion che si è tuffata anima e corpo in un ménage lesbico con Evelyne e il ragazzo nero Armand che nel promiscuo formicolio di Abidjan sopravvive facendo truffe via internet....

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“Only the animals” (“Seules les bêtes”, titolo originale chissà perché tradotto da noi in inglese) è un noir tra il glaciale e il torrido sulla linea Simenon-Chabrol caratterizzato da un marcato ambizioso taglio autoriale e un cast eccellente. Lo firma, adattando l’omonimo romanzo di Colin Niel, la coppia composta dal regista franco-tedesco Dominik Moll e lo sceneggiatore francese Gilles Marchand, già creatori di mini cult come “Harry un amico vero” o “Due volte lei-Lemming” e attratti dai soggetti incentrati sull’influenza dell’habitat naturale sui comportamenti, l’opacità delle esistenze materialmente e psicologicamente isolate e il pernicioso slittamento dei cardini morali e razionali. Un villaggio sperduto sull’altopiano delle Causses, dipartimento dell’Aveyron; Évelyne (Bruni Tedeschi), la moglie di un notabile locale, che sembra sparita nel nulla dopo una tempesta di neve; un imberbe e serafico gendarme che interroga l’animalesco fattore Joseph (Bonnard), l’assistente sociale Alice (Calamy), forse l’unica che ogni tanto va a trovarlo (anche perché ne è l’amante); il marito di quest’ultima Michel (Mènochet), anch’esso bifolco borderline, però impegnato a chattare furtivamente giorno e notte sull’Ipad… Dopo avere seminato nel prologo un pugno di labili indizi, il procedimento narrativo si scompone rimettendo in scena alla maniera di “Rashômon” lo stesso episodio visto da prospettive diverse e introducendo altri due personaggi che non si potrebbero immaginare più estranei e distanti: la cameriera Marion (Tereszkiewicz) che si è tuffata anima e (soprattutto) corpo in un ménage lesbico con Evelyne e lo sfrontato ragazzo nero Armand (N’Drin) che nel promiscuo formicolio di Abidjan nella Costa d’Avorio sopravvive facendo truffe via internet. Poco a poco, così, le ellissi sfumano, le connessioni si saldano, i segreti collassano e le bestie umane solitarie ormai si fronteggiano in campo aperto predisponendo scioglimenti ancora inquietanti e caustici, ma anche vistosamente forzati e implausibili.

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