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Pubblicato il 18 Dicembre 2016 | da Valerio Caprara

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Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali

Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni
effetti speciali

Sommario: L'iniziazione dell’adolescente Jack arrivato in Galles sulle tracce dell’infanzia del nonno e alla porta dell'orfanatrofio i cui ospiti non fanno che rivivere in perpetuo lo stesso giorno del 1943. Stupefatto al pari del protagonista, l'estroso Burton può scatenarsi nella descrizione dell’enclave abitata da una pattuglia di fantasmatici esserini dotati di superpoteri, minacciata da mostri mangiatori di occhi e protetta dalla Miss del titolo.

2.2


Tra l’inizio degli anni Novanta e la metà dei Duemila per la causa di Tim Burton i cinefili erano pronti a morire. In seguito l’oggi cinquantottenne regista, sceneggiatore, produttore, animatore e disegnatore statunitense è rimasto vittima dei propri successi e gli studios hanno finito col regalargli (imporgli) più budget, più tecnologia digitale, più supereroismo, più messaggi omogenei al neogenere “young adult” col risultato di offuscare il delicato e artigianale splendore del suo gotico mondo-a-parte. Con la messinscena basata sull’adattamento di Jane Goldman del romanzo “Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali” di Ransom Riggs (tre milioni di copie vendute oltreoceano, edizione italiana Rizzoli) il poeta dei freak recupera almeno in parte il suo memorabile tocco: finalmente in sintonia con un soggetto e la sua un po’ troppo arzigogolata trama, torna, infatti, a fare quello che sa fare meglio e cioè creare immagini affascinanti, fare muovere i personaggi su fondali incantati, promuovere la fragilità introversa e crepuscolare di un umanesimo a misura d’infanzia; lasciando, purtroppo, ancora a desiderare nella continuità della suspense, l’efficacia della metafora dell’Olocausto e la capacità d’infondere una seconda vita nelle visionarie performance in digitale.

Avviato in California ai giorni nostri , il racconto accompagna l’adolescente Jack in Galles sulle tracce dell’infanzia del nonno sapiente e alla porta di un orfanatrofio i cui ospiti non fanno che rivivere in perpetuo lo stesso giorno del 1943: destinata a essere massacrata in serata, la comunità ogni ventiquattr’ore è salvata dal miracoloso riavvolgimento del tempo, con tanto di rewind del tragitto aria-terra della già sganciata bomba nazista. Quasi sinceramente stupefatto come il protagonista, Burton può a questo punto scatenarsi nella descrizione dell’enclave abitata da una pattuglia di fantasmatici esserini dotati di poteri pressoché horror, minacciata da mostri invisibili mangiatori di occhi ma da quest’ultimi protetta dalla Miss del titolo alias Eva Green che, nonostante l’invadenza del bizzarro trucco, si conferma l’attrice contemporanea più bella del mondo. Per quanto lo spunto sia stato abbondantemente sfruttato da libri e film anche importanti, non sfuggirà come la condizione di bambini “speciali” venga perfettamente a incastrarsi nella tipologia degli effetti “speciali” cari al demiurgo, una sarabanda non sempre compatta e avvincente eppure ricca di picchi entusiasmanti come la trasformazione in falco pellegrino e la costruzione della casa della Miss o le riprese nel desueto ‘passo uno’ del duello tra giocattoli dal cuore pulsante ispirato alle pionieristiche magie di Ray Harryhausen. In “Miss Peregrine” va, insomma, in scena un altalenante match drammaturgico tra la convenzionalità e l’originalità, la creazione e la ripetitività, il Burton delle vette e quello delle pianure.

MISS PEREGRINE, LA CASA PER RAGAZZI SPECIALI

Regia: Tim Burton

Con: Asa Butterfield, Eva Green, Samuel L. Jackson, Ella Purnell

Fantasy. Usa/Gran Bretagna 2016

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