Recensioni

Pubblicato il 21 Giugno 2021 | da Valerio Caprara

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La vita che verrà/Mandibules/Futura

Cinema britannico puro & duro, modello Kean Loach. Ma con meno lotta di classe e più compassione individuale e collettiva: Phyllida Lloyd, già regista del trascinante musical “Mamma mia!”, cambia radicalmente genere e offre con “La vita che verrà” al volenteroso pubblico al rientro in una sala cinematografica un film discreto e ad ampia chance di gradimento costruito senza orpelli o compiacimenti sulla base di una trama lineare, documentata, commovente e recitata con la solita stupefacente naturalezza –che in realtà nasce da una strenua applicazione professionale- dall’ottimo cast d’attori d’oltremanica. La sceneggiatura, del resto, è scritta dalla stessa protagonista Clare Dunne, grande promessa del teatro dublinese che naturalmente si trova a pieno agio nel conferire il massimo vigore alle peripezie della giovane mamma di due figlie maltrattata da un marito bestiale e decisa, dopo una drammatica fuga dal tetto coniugale e l’impatto non facile con la burocrazia e i servizi sociali, a costruirsi con le proprie misere risorse e forze una casa in cui andare ad abitare. I cliché manichei maschi-femmine, ricchi-poveri, adulti-bambini non mancano ma, come abbiamo premesso, risultano ammorbiditi dallo stile realistico ma non stucchevole, nonché dal ritmo conciso e deciso che non permette di cullarsi nel solito e abusato sparo a palle incatenate contro le istituzioni societarie.

Una volta recepito il bonus culturale, il nuovo spettatore liberato (suvvia un po’ più di coraggio, non esistono solo i ristoranti) avrà tutto il diritto di rivolgersi a una commedia come “Mandibules – Due uomini e una mosca” firmata dal quarantaseienne Quentin Dupieux, produttore discografico e musicista (con lo pseudonimo di Mr. Oizo) trasformatosi in regista sconosciuto da noi ma di culto in Francia. Evitando di risultare superflui dettagliando una trama accanitamente folle e nonsensica, basta anticipare che i tonti e marioli protagonisti Jean-Gab e Manu, mentre sono on the road su un’auto rubata per consegnare una valigia, si ritrovano nel portabagagli una mosca dalle proporzioni colossali. Come se niente fosse decidono peraltro di tenerla e, anzi, di addestrarla per ricavarne di riffe o di raffe un po’ di quattrini, con l’ovvio risultato d’imbarcarsi in una serie di contrattempi tra l’assurdo e il catastrofico specie quando alcuni malcapitati amici invitano la coppia (anzi il trio) a soggiornare nella loro casa di vacanza. L’andirivieni tra iperrealismo e surrealismo di un film fintamente stupido, ma in realtà sottilmente provocatorio e intelligente non è fatto per piacere a tutti, però nessuno potrà negare a Dupieux il senso di confortevole spensieratezza che viene a proposito nell’attuale periodo pre-estivo e (si spera) almeno parzialmente post pandemia: non fosse altro perché il ripugnante mega insetto, da sempre assegnato sullo schermo all’horror e il fanta-horror, qui è diventato una sorta di pacifico e servizievole cagnone.

Infine “Futura”, l’opera seconda di Lamberto Sanfelice il cui “Cloro” ottenne qualche anno fa buoni riscontri ai David di Donatello, Sundance e Berlinale, racconta la vita perduta dell’ex trombettista jazz Louis (Schneider) che ha tradito per debolezza caratteriale e frustrazioni familiari il proprio talento e si accontenta di lavorare di notte a Milano come autista di una spacciatrice trans cilena. L’ultima chance di salvezza arriva all’improvviso grazie a un vecchio amico che gli propone di tornare a suonare con la sua band in occasione di un concerto prestigioso, ma ovviamente non sarà facile svincolarsi dal giro di criminalità in cui Louis è impigliato. Il film soffre di un palese squilibrio tra il taglio formale elegante, sinuoso e sensibile alle atmosfere più appartate e inedite del capoluogo lombardo e il manierismo un po’ impacciato delle situazioni e dei dialoghi inevitabilmente condizionati da troppi capidopera noir. Resta comunque impressa la delicatezza con cui il regista ha effettuato il trapianto nell’autonomo tessuto narrativo della formidabile performance di Stefano Di Battista e dell’intera colonna sonora composta dallo stesso sassofonista insieme a Enrico Rava.

      

LA VITA CHE VERRÁ – HERSELF

DRAMMATICO – IRLANDA/GRAN BRETAGNA 2020   

Regia di Phyllida Lloyd. Con Clare Dunne, Molly McCann, Ruby Rose O’Hara, Ian Lloyd Anderson

 

MANDIBULES – DUE UOMINI E UNA MOSCA

COMMEDIA GROTTESCA – FRANCIA 2020   

Regia di Quentin Dupieux. Con Grégoire Ludig, David Marsais, Adèle Exarchopoulos, India Hair

 

FUTURA

DRAMMATICO – ITALIA 2021   

Regia di Lamberto Sanfelice. Con Niels Schneider, Daniela Vega, Matilde Gioli, Aurora Onofri

 

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