Recensioni

Pubblicato il 23 Settembre 2018 | da Valerio Caprara

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La profezia dell’armadillo

La profezia dell’armadillo Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Roma, oggi. Il ragazzo protagonista si barcamena tra impavide utopie e desiderio d'integrazione negli ambienti degli antagonisti "puri e duri", ma una stramba figura di mentore lo tampina confondendogli ancora di più le idee e le aspirazioni.

2.5


La gag del precario protagonista di “La profezia dell’armadillo” inscenata con Panatta è irresistibile, non si può smettere di guardarla su You Tube e concorre alla discreta qualità del film trasposto dalla graphic novel di culto del fumettista romano Zerocalcare. La freschezza e l’autoironia che attraversano come una scossa elettrica la ballata urbana che doveva girare Mastandrea ed è poi scivolata tra le mani meno esperte dell’esordiente Scaringi meritano la difesa dagli attacchi isterici dei fan –convinti del volgare tradimento operato sulla sacralità delle tavole originali- e la protezione dalle reazioni del pubblico che potrebbe patire il lunare sarcasmo generazionale profuso un po’ sgangheratamente nei vagabondaggi ora iperrealistici ora surreali dei personaggi.

Lo Zero interpretato da Liberati è effettivamente uno “zero” societario, assediato dai pregiudizi topografici (l’odio di Roma centro contro Roma nord è una specie di mantra protettivo), scortato dall’amico Secco “geek” ossessivo-compulsivo (Castellitto junior da applausi a scena aperta), perduto dietro la storia d’amore virtuale per una ragazza straniera di cui s’innamorò da bambino, che diventa sincero solo quando dialoga con le apparizioni del grottesco animale del titolo che funge da coscienza menefreghista e distruttiva. Su questa componente certo spiazzante ed estrema, scandita dalla voce insinuante e querula di Valerio Aprea, si gioca la possibile o impossibile sintonia con il film: goffo, platealmente posticcio, impupazzato in un costume da programma preistorico della tv dei ragazzi, il maldestro maestro secondo noi doveva svergognarsi proprio così: a dispetto degli anatemi degli adepti di Zerocalcare che però, guarda caso, ha venduto e approvato la sceneggiatura del film. Lo stile di Zerocalcare, narratore d’intelligenza superiore, uno dei pochi antagonisti irriducibili però liberi mentalmente e pronti a prendersi impietosamente in giro (la sequenza dell’attacchinaggio dei manifesti no-Tav segna un altro picco esilarante), resta ovviamente intraducibile nella reificazione operata dallo schermo: però il suo micromondo popolato da punk, mammut, mamme negate col pc, echi de “L’odio” di Kassovitz e Vincent Candela che declama l’orazione funebre al cimitero di Tolosa vive e lotta con noi spettatori non fanatizzati.

LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO

FANTASTICO/FUMETTISTICO, ITALIA 2018   

Regia di Emanuele Scaringi. Con: Simone Liberati, Pietro Castellitto, Laura Morante, Valerio Aprea

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