Recensioni

Pubblicato il 19 Marzo 2017 | da Valerio Caprara

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La Bella e la Bestia

La Bella e la Bestia Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Versione live action della fiaba già più volte trasposta al cinema.

2.3


Non è difficile capire perché la Disney insista sugli adattamenti live action (cioè quelli in cui le vicende di un cartone animato, fumetto o videogioco sono reinterpretate da attori in carne e ossa) dei propri classici. Mancanza di idee, pressione della concorrenza assortita, investimenti condizionati dalla programmazione per i multiplex, sorpasso creativo da parte delle serie tv: fatto sta che adesso “La bella e la bestia” non fa altro che mettersi nella scia di prodotti recenti non tutti eccelsi come “Alice in Wonderland”, “Maleficent” e “Il libro della giungla”. Forte dei circa 160 milioni di dollari di budget, scritto dal duo più furbo che ispirato Spiliotopoulos-Chbosky e affidato alla regia del sessantunenne Condon, partito come regista per intenditori e passato armi e bagagli ai blockbuster adolescenziali, il film ha il coraggio di modellarsi abbastanza fedelmente sul magnifico musical del ’91 in cui il racconto settecentesco di Madame Leprince de Beaumont si giovava al massimo delle possibilità offerte dalla CGI (computer-generated imagery). Il risultato produce secondo noi un duplice effetto: il primo d’allegria e divertimento per lo spettacolo in sé, ammirevole patchwork postmoderno d’incantesimi visivi ed emotivi; il secondo di diffidenza e sazietà per come la scelta “realistica” e la spasmodica attenzione ai canoni del politicamente corretto abbiano tolto un po’ di respiro alla spudorata libertà dell’immaginario favolistico.

Iperbolico come doveva essere, ma anche ipertrofico come non doveva esserlo, “La bella e la bestia” conferma il bonus qualitativo delle musiche di Alan Menken e delle canzoni composte dallo stesso premio Oscar con Howard Ashman e Tim Rice e punta molto sulle forzature caratteriali trendy impresse ai principali protagonisti: la Belle sognatrice e lettrice compulsiva incarnata dalla (per noi) incolore Emma Watson, il Principe trasformato in mostro a causa del suo narcisismo, diremmo oggi, yuppie, l’odioso macho-macho Gaston (vuoi vedere che qualcuno tirerà in ballo il Pel di Carota della Casa Bianca…) e il suo scagnozzo-spasimante Le Tont gay orgogliosamente esplicito. Meno male che attorno al non indimenticabile quartetto si scateni appena può il mucchio selvaggio degli abitanti del castello trasformati dalla maledizione della maga Agata nei già noti, ma sempre godibilissimi oggetti antropomorfici… Vale a dire la compagnia cantante e danzante del maggiordomo in forma d’orologio a pendolo alias il mitico McKellen, l’indocile candelabro ex maitre della Bestia, il clavicembalo Maestro Cadenza inventato ex novo per quest’ennesima trasposizione, la supersexy cameriera Plumette, la teiera interpretata dalla Thompson ecc. che danno vita all’inevitabile quanto irresistibile sequenza in stile Busby Berkeley della preparazione della tavola.

LA BELLA E LA BESTIA

Regia: Bill Condon

Con: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Ewan McGregor, Kevin Kline

Musical/Fantastico – Usa 2017

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