Recensioni

Pubblicato il 8 Dicembre 2020 | da Valerio Caprara

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Il ladro di cardellini

Il ladro di cardellini Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario:

2.8


Nella voliera dei cinefili partenopei il documentario ornitologico di Carlo Luglio “Cardilli addolorati” (2005) era diventato quasi una leggenda, ma il film intitolato “Il ladro di cardellini” che ne doveva essere il naturale proseguimento prima si è fatto attendere spropositatamente, poi è incappato nelle maglie del Covid che l’hanno costretto a cercarsi spazio e gloria girovagando in anteprime e festival di vaglia e adesso esce direttamente in streaming tv. La sospirata epifania potrebbe, peraltro, risarcire l’apprezzato regista di “Capo Nord” e “Sotto la stessa luna” di così tante traversie perché rispetto agli ipotetici sbigliettamenti in sala la disponibilità del film nel salotto di casa farà senz’altro registrare risultati più sostanziosi; anche perché, fattore ben più importante, si tratta di una commedia deliziosa, misurata nella confezione e l’ambizione, bonaria ma non buonista e soprattutto interpretata da una pattuglia d’attori glocal dalla resa eccellente. L’apologo in agrodolce, infatti, sospinto dallo strepitoso protagonismo dell’ex maresciallo della forestale Nando Paone rovinato dall’alcol e il videopoker, ex infartuato, avvilito dalla vedovanza e per questo aggregatosi a una banda di aspiranti truffatori, batte lievemente tasti di storia e antropologia dell’entroterra campano (la passione per i fringillidi di certi bracconieri dall’aspetto e i comportamenti grevi) per introdurre lampi di utopia libertaria e poi ricondurli al punto di partenza dei perdenti.

È inopportuno gonfiare l’involucro di “Il ladro di cardellini” con le forzature critiche, ma non possiamo esimerci dall’annotare come certe atmosfere tra Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo e alcuni passaggi nello stile del neorealismo rosa di “È primavera” o “Due soldi di speranza” abbiano dato spessore al lavoro di Luglio molto di più di quanto, per esempio, gli è stato rubacchiato da un passaggio della serie tv “Gomorra” (il sanguinario boss che diventa tenerissimo quando imbecca o spiuma il sederino dei suoi campioni canterini). Qualche sfilacciatura del ritmo e qualche accenno di poeticismo a buon mercato non danneggiano la tenuta “malincomica” del film perché il livello è mantenuto alto dagli aspetti cosiddetti tecnici che, in realtà, costituiscono parte integrante della sua qualità. Basta fare una rapida comparazione con la caterva di pellicole nate e spesso morte sotto lo stesso, nostrano cielo: musicisti come Anzovino, Loguercio e D’Alessandro il cinema provincial-patriottico non se li può permettere, il co-sceneggiatore Olivares sa il fatto suo e interpreti motivati e versatili come il piccolo grande Mahieux, Attili, Gigi e Alan De Luca, Taiuti, Ludeno, Cangiano, Nemolato e Musella col jolly dell’autoironica Mayarchuk (l’ucraina più napoletana di sempre) collaborano alla brillantezza dell’intrattenimento centrando quasi sempre da veri cecchini della scena toni e tempi. Mentre davanti a Pino Mauro, cantante ma anche attore, gli spettatori non possono fare altro che scattare sull’attenti.

IL LADRO DI CARDELLINI

COMMEDIA – ITALIA 2018   

Regia di Carlo Luglio. Con Nando Paone, Ernesto Mahieux, Pino Mauro, Antonella Attili, Julja Mayarchuck

 

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