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Pubblicato il 30 Giugno 2017 | da Valerio Caprara

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Codice criminale

Codice criminale Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Comunità di zingari anglosassoni vive di furti e rapine nel segno di una distorta e adrenalinica utopia libertaria. Un giovane leader deciso a traslocare la famiglia in un contesto sociale borghese e pacificato, combatte a viso aperto contro il padre-padrone ottuso e brutale.

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E’ un buon film “Codice criminale” (“Trespass Against Us”), anche se non ha la qualità necessaria per svincolarsi da migliori modelli precedenti. Il titolo italiano è fuorviante perché non si tratta dell’ennesimo thriller, bensì di un epico apologo sulla speranza di riscatto da un contesto di brutale illegalità. I Cutler sono, infatti, i capoclan di un manipolo di zingari anglosassoni che ha piazzato le proprie roulotte nel Gloucestershire, vivacchiando dei furti e le rapine nelle ville dei ricchi, scatenandosi nelle bravate automobilistiche e cercando di sfuggire ai blitz polizieschi.

Un po’ sulla scia dei poemi gitani di Kusturica e Gatlif nonché debitore del cinema adrenalinico di Ritchie, il neoregista Smith – già curatore dei concerti dei The Chemical Brothers, qui autori della colonna sonora – regge benissimo il ritmo e tratteggia con efficacia i profili di questa comunità ripugnante e insieme patetica nella sua deviata utopia libertaria. Troppo banale, però, lo scontro melodrammatico che assegna a due attori straordinari come Fassbender e Gleeson i consunti ruoli di innovatore bello, bravo e intelligente e patriarca tirannico, barbarico e ignorante.

CODICE CRIMINALE

Regia: Adam Smith

Con: Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Sean Harris

Drammatico. Gran Bretagna 2016

 

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