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Pubblicato il 13 Ottobre 2021 | da Giuseppe Cozzolino

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CINEMARCORD: “La Vita Futura”

 

Un classico della fantascienza, un kolossal di grande impatto visivo, un inno alla pace e al progresso scientifico

(a cura di Giuseppe Cozzolino & Andrea Coco)

 

Giorno di Natale 1940. Nella città di Everytown, ubicata nel sud dell’Inghilterra, l’uomo d’affari John Cabal (Raymond Massey) non riesce a trascorre in modo sereno il giorno di festa, perché i giornali parlano di un imminente conflitto con una non ben precisata potenza straniera. I suoi timori sono condivisi dall’amico Harding (Maurice Braddell), mentre l’altro ospite, Pippa Passworthy (Edward Chapman) è convinto che non ci sarà nessuna guerra e se mai questa dovesse avvenire “stimolerà il progresso tecnologico”. La sera stessa ha luogo sulla città un bombardamento aereo, l’inizio di una guerra mondiale che vedrà Cabal indossare la divisa della Royal Air Force.

Il conflitto durerà così tanti anni che molti dimenticheranno il motivo per il quale la guerra è iniziata, provocando così tanti danni da far regredire il mondo intero: città distrutte, economia in crisi, progresso tecnologico azzerato. Nel 1966 le ostilità cessano ma tra la popolazione coperta di stracci, costretta a vivere in abitazioni semidistrutte e ad utilizzare gli animali come mezzi di spostamento, si diffonde la misteriosa “sindrome del vagabondo”. Inutilmente il dottor Harding e sua figlia cercano di trovare una cura, la carenza di mezzi e risorse impedisce qualsiasi ricerca, e l’epidemia finirà per uccidere moltissime persone e distruggere qualsiasi forma di organizzazione statale.

Everytown 1970. Alla guida di ciò che resta della città c’è ora il signore della guerra Rudolf (Ralph Richardson), noto anche come “il Capo”, colui che si vanta di aver salvato il centro abitato estirpando la Sindrome con un metodo molto efficace: sparare agli infetti. Purtroppo, pur di ottenere il petrolio necessario per far volare i suoi aerei, ciò che resta della Royal Air Force, ha anche iniziato un nuovo conflitto contro il “popolo delle colline”.

In quello stesso anno, il primo maggio, un velivolo di foggia moderna atterra ad Everytown. Il pilota del velivolo è John Cabal, il quale spiega alle persone che si sono avvicinate a lui di far parte del Mondo della Comunicazione, una nuova realtà politica che si sta dando da fare per restaurare la pace nel mondo.

Cabal, pur ritenendo il Capo un bandito, gli propone di unirsi al Mondo della Comunicazione, ma questi rifiuta immediatamente l’offerta e lo fa prigioniero perché vuole che questi aiuti il suo meccanico Richard Gordon (Derrick De Marney) a rimettere in condizioni di volo gli aerei rimasti. Ma con uno stratagemma Gordon riesce a fuggire e a raggiungere il Mondo della Comunicazione per far sapere che fine ha fatto a Cabal.

Entro poco tempo sul cielo di Everytown arrivano giganteschi aerei che, inutilmente contrastati dai caccia del Capo, bombardano la popolazione con globi di gas soporifero. Quando gli abitanti si risvegliano scoprono che il Capo è morto per reazione allergica al gas e loro fanno ora parte del Mondo della Comunicazione.

I decenni seguenti vedono un progresso tecnologico così accelerato che nel 2036 la nuova Everytown è una moderna città sotterranea, tutto il mondo è pacificato e votato al progresso scientifico. Ma un ritmo così sostenuto, simboleggiato dall’imminente primo volo umano intorno alla Luna. non piace a tutti e lo scultore Theotocopulos (Cedric Hardwicke) invita la popolazione a chiedere una sosta, a rinunciare a una simile impresa. Troppi cambiamenti in così poco tempo, tali da confondere parte della popolazione.

Di fronte a una rivolta finalizzata a distruggere il cannone, che dovrà sparare nello spazio gli astronauti, Oswald Cabal (Raymond Massey), il capo del consiglio direttivo e nipote di John Cabal, decide di anticipare la partenza. A bordo del proiettile salgono la figlia Catherine (Pearl Argyle) e Maurice Passworthy (Kenneth Villiers), figlio dell’amico Raymond Passworthy (Edward Chapman).

La pellicola si conclude con Oswald e Raymond che osservano una porzione di cielo riprodotto su un grande schermo dove il proiettile diventa una piccola luce nell’infinto. Alle domande dell’amico, preoccupato per la sorte dei ragazzi, Oswald risponde con un lungo monologo sul futuro dell’umanità, sulle sfide future che l’attendono e conclude con una domanda retorica: “O tutto l’Universo o il nulla. Che cosa succederà Passworthy, già che cosa succederà? Che cosa succederà?”.

 

Liberamente tratto dal romanzo di Herbert George Wells “The Shape of Things to Come” (1933), il film “la vita futura” è un classico della fantascienza, un kolossal di grande impatto visivo, un inno alla pace e al progresso scientifico

Nonostante il film sia stato accreditato come opera di Herbert George Wells, dove lo scrittore avrebbe avuto un margine di azione mai concessa fino ad allora a uno sceneggiatore, in realtà questi non ebbe il controllo sul prodotto finito, con il risultato che molte scene, sebbene girate, non furono inserite nel film finito. E il lungometraggio stesso ha subito doversi rimaneggiamenti tanto da generare diverse versioni della pellicola.

La sceneggiatura si può suddividere in tre parti: l’inizio, ambientato in una Everytown delXX secolo, molto simile alla Londra dell’epoca (la chiesa principale dell’abitato assomiglia alla londinese cattedrale di San Paolo); il periodo“medievale”, corrispondente alla città distrutta dalla guerra e regredita sotto ogni aspetto; la terza parte con la nuova Everytown del futuro, ipertecnologica e dotata di ogni confort, a parte i vestiti degli abitanti ispirati a quelli non proprio comodissimi dell’antica Grecia, ma in compenso con telefoni da polso e macchinari modernissimi.

A livello di tecnica il regista ricorre al contrasto per lanciare un messaggio allarmante, come all’inizio del film quando alle immagini gioiose del Natale si contrappongono i messaggi di guerra stampati sui giornali e sui manifesti. Inoltre,per enfatizzare certi passaggi non esita a ripetere la medesima scena o a ripeterla simile come nel caso del bombardamento della città o la sua ricostruzione, accompagna dalla colonna sonora realizzata da Arthur Bliss.

La vita futura intercetta i timori dell’epoca – la Seconda Guerra Mondiale sarebbe iniziata nel 1939, un anno prima della data prospettata nel film -, ma soprattutto evidenzia come il pericolo che un conflitto moderno potrebbe far regredire la Civiltà, con i rischi derivanti dall’impiego dell’arma aerea (i successivi bombardamenti su Londra avrebbero dimostrato quanto tale timore fosse reale).

In conclusione, un Kolossal (per quanto riguarda i mezzi e le risorse impegnate) il cui significato è cambiato nel tempo. All’inizio un messaggio pacifista e celebratore del progresso scientifico, poi un monito non solo sui rischi derivanti da una guerra, ma anche sugli effetti che potrebbe avere un progresso tecnologico che non consideri le esigenze del singolo.

Un futuro che potrebbe essere appannaggio di passionali signori della guerra o di freddi tecno-burocrati.

 

LA VITA FUTURA

Titolo originale: Things to Come

Regia:            William Cameron Menzies

Fotografia: Georges Périnal

Musiche:Arthur Bliss

Sceneggiatura: Herbert George Wells

Produttore: Alexander Korda

Fantascienza, Gran Bretagna, 1936 (93 min.)

Con: Raymond Massey, Maurice Braddell, Edward Chapman,Ralph Richardson,Derrick De Marney, Cedric Hardwicke,Pearl Argyle, Kenneth Villiers.

DVD distribuito in Italia da CG Entertainment

 

 

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