Cinemarcord: “Diabolik” (1968)
Diamo il via ad una nuova Rubrica dedicata alla rievocazione di alcuni gioielli del cinema popolare del passato. In attesa del film dei Manetti Bros, oggi ci occupiamo del “Diabolik” di Mario Bava.
Diabolik (John Phillip Law) è uno spietato supercriminale, terrore della città di Clerville, che l’Ispettore di Polizia Ginko (Michel Piccoli) cerca in tutti modi di catturare, senza mai riuscire nell’impresa. E, soprattutto, senza riuscire ad impedire che il “Re del terrore” porti a segno i suoi colpi, come accade ad incipit del film, quando Diabolik sottrae dieci milioni di dollari in una Rolls Royce, guidata da agenti di polizia malamente travestiti da personale diplomatico.
Lo smacco è tale che nel corso di una conferenza stampa il Ministro degli Interni (Terry Thomas) annuncia la rimessa in vigore della pena di morte per arrestare il criminale una volta per tutte. Ma alla riunione sono presenti, travestiti da giornalisti, Diabolik e la sua compagna Eva (Marisa Mell), che approfittano della conferenza per diffondere un gas esilarante, ridicolizzando ulteriormente il Ministro.
L’evento provoca un rimpasto di governo e il nuovo ministro degli interni (Renzo Palmer) concede al Capo della Polizia (Claudio Gora) poteri speciali, che Ginko utilizza per combattere le attività criminali di Ralph Valmont (Adolfo Celi). Pur di non finire in galera, Valmont propone un patto a Ginko: gli consegnerà Diabolik vivo in cambio della sua impunità. Ma neppure per il boss l’impresa si rivelerà di facile attuazione.
Era il 1968 quando “Diabolik” usciva nelle sale italiane, prodotto da Dino De Laurentiis e diretto da Mario Bava (“La Maschera del Demonio”). Pellicola che all’epoca non riscosse l’atteso successo ma che, col passare degli anni, ha raggiunto lo status di ‘cult’ assoluto: opera pop, tributo al cinema d’azione degli anni 60 e manifesto dei primi passi della Contestazione Giovanile.
Cominciamo dai protagonisti. Forse l’unico lato controverso sono proprio Diabolik/John Phillip Law ed Eva/Marisa Mell. Molto simili, sotto l’aspetto fisico ai personaggi, ma alquanto rigidi e inespressivi.
Di contro i due “cattivi” Ginko/Michel Piccoli e Ralph Valmont/Adolfo Celi risultano perfetti per il ruolo che gli è stato assegnato. Fisicamente Piccoli non somiglia molto al personaggio, ma il suo modo di agire è esattamente quello che ci si aspetterebbe da Ginko. Celi rappresenta al massimo grado l’uomo di potere senza scrupoli – consacratosi in Agente 007: Operazione Tuono – e il ruolo di Valmont è quindi più che calzante alla sua figura.
La Cultura Pop Anni 60 viene qui esaltata all’ennesima potenza: i colori psichedelici oppure pastello, i gadget avveniristici, il rifugio di Diabolik, la droga e il club dove viene spacciata, quella sensualità e nudità allora ricercata ma proibita dalla morale pubblica che la coppia esprime senza vergogna. Come il loro amore per il denaro, i gioielli, il rischio. E la musica, realizzata da Ennio Morricone, che accompagna il film, contribuendo alle irripetibili atmosfere camp di questo lungometraggio.
Infine, i primi segnali del 68 si colgono nell’impietosa descrizione degli agenti della polizia, rozzi e poco accorti, a parte Ginko, dei ceti alti, ricchissimi ma superficiali, della classe politica, una banda di inetti che lasciano un incarico solo per occuparne un altro.
In tutto questo Diabolik rappresenta quasi una figura eversiva e destabilizzante. Lui ed Eva rifiutano questo “sistema” basato su chi ha più danaro, ma a modo loro. Rubano ai ricchi per renderli meno abbienti, per ricordagli che nemmeno loro sono intoccabili, perché la ricchezza non è la soluzione di tutti i problemi, anzi. Sono le emozioni a rendere “vive” le persone: l’odio, il coraggio, la passione come quella che unisce la celebre coppia criminale.
(A cura di Giuseppe Cozzolino e Andrea Coco)
DIABOLIK
TITOLO ORIGINALE: DANGER: DIABOLIK
REGIA: MARIO BAVA
MUSICHE: ENNIO MORRICONE
CON: JOHN PHILLIP LAW, MICHEL PICCOLI, MARISA MELL, ADOLFO CELI, TERRY THOMAS,CLAUDIO GORA, RENZO PALMER
AZIONE, THRILLER, POLIZIESCO, ITALIA, 1968
DURATA: 96 MINUTI
