Recensioni

Pubblicato il 16 Novembre 2016 | da Valerio Caprara

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Animali notturni

Animali notturni Valerio Caprara
Soggetto e sceneggiatura
Regia
Interpretazioni
Emozioni

Sommario: Gallerista à la page ma depressa di Los Angeles riceve il dattiloscritto di un inedito e inquietante romanzo dell'ex marito. Leggendolo si ritroverà a poco poco risucchiata in esperienze da incubo che sembrano sovrapporsi alla sua vita e minacciarla insieme a quella dei suoi cari.

3.5


I titoli di testa e l’ultima sequenza colpiscono e sconcertano particolarmente, facendo in modo di polarizzare nei momenti cruciali le dispute che tutti i thriller aspirano a suscitare tra gli spettatori. In esse, in effetti, possono cogliersi sia il gusto provocatorio sia il sincretismo narrativo che caratterizzano “Animali notturni”: Gran premio della giuria alla Mostra di Venezia, il film è tratto dal romanzo noir di Austin Wright “Tony & Susan” ediz. ital. Adelphi) e rappresenta un deciso passo avanti per Tom Ford, lo stilista passato alla regia con l’esangue “A single man” nel 2009. Il leitmotiv di fondo è accanitamente hitchcockiano, ma Ford non assomiglia per nulla ai discepoli del re del brivido (come il veterano De Palma) interessati soprattutto allo svariare dei meccanismi della suspense; la gamma di sfumature che gli piace perfezionare sino alla mania attiene al terrore represso che a un certo punto prorompe dai precordi di un ceto e un ambiente votati al culto asettico e coatto dell’arte, il corpo e la bellezza. S’inizia, così, con un gruppo di povere modelle-majorettes malate d’elefantiasi che danzano nude al rallentatore, sino a quando il tripudio di carni sconciamente debordanti e flaccide non si tramuta nelle videoinstallazioni allestite dalla gallerista losangelese Susan Morrow.

La donna in carriera interpretata superbamente dalla Adams, l’attrice americana nata a Vicenza e consacrata da “The Master”, “American Hustle” e “Big Eyes”, è depressa, insonne e tradita dal marito bellimbusto quando riceve un pacco che contiene un dattiloscritto con dedica inviatole dal primo marito, aspirante scrittore da cui ha dolorosamente divorziato vent’anni prima. Sola nella lussuosa villa dove abita, viene a poco a poco fagocitata dalla lettura del romanzo ancora inedito, “Animali notturni” appunto, che dettaglia impietosamente una suite d’agghiaccianti eventi capitati a una lieta famigliola che combacia esattamente con quella che fu sua. Le linee narrative a questo punto s’intersecano -anche tramite i flashback che sorreggono il terzo piano narrativo del film- trasportando Susan nel vortice del passato rimosso e lo spettatore in un Texas popolato da sinistri predatori umani che sembrano partoriti dalla penna del migliore Stephen King o dai brutali capidopera neo-naturalisti della Hollywood anni Settanta come “Un tranquillo week-end di paura” o “Cane di paglia”. In fondo, cerca di convincerci lo stile affilato della regia e quello superelegante della confezione, nell’oscurità della notte gli animali col ghigno della ferinità primordiale non fanno altro che aderire, affrancati dall’ipocrisia buonista societaria, all’odio e alla disperazione che alla luce del sole dilagano nelle nostre fedi, certezze e regole più beneducate e razionali… Ancorché gremito di sottomotivi e diramazioni a tratti ridondanti (la nefasta influenza della mamma “trumpiana” impersonata dalla Linney o la denuncia di un mondo falso e vanesio da parte di un autore che dallo stesso mondo continua a lucrare le proprie fortune), il climax della letteratura che “produce” quasi suo malgrado un’altra realtà e la concatenazione dei desideri di vendetta che – aggiungendo al quadro la straordinaria figura dello sceriffo malato scolpito da un memorabile Shannon – bruceranno il destino di tutti i personaggi, s’insediano nella mente dello spettatore promettendogli una serie d’incubi che non svaniranno affatto al riaccendersi delle luci in sala.

ANIMALI NOTTURNI

Regia: Tom Ford

Con: Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson

Noir – Usa 2016

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