Recensioni no image

Pubblicato il 17 Giugno 2010 | da Valerio Caprara

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About Elly

Un film iraniano assai diverso dalla norma che ha abituato festivalieri e cineclubisti a venerare, spesso per partito preso, ogni sortita di Kiarostami, Makhmalbaf, Panahi & co… In “About Elly”, infatti, il regista Farhadi imposta un sottile gioco drammaturgico sulle azioni e i caratteri di un gruppo di trentenni laureati e borghesi, tanto inquieti e smaliziati da far venire subito in mente un classico come “Il grande freddo”: sia pure tra sbalzi di tono, qualche lungaggine e la nebulosità finale del messaggio è confortante accorgersi che sotto il giogo di Ahmadinejad gli artisti non si rifugiano solo nel primitivismo liricizzante, ma ricorrono persino alle dinamiche del thriller psicologico.

Nella prima parte alquanto rapsodica e divagante il film presenta un gruppetto di ex colleghi d’università in partenza per un week-end sul Mar Caspio: scherzi, risate, canti a finestrino aperto sulle strade di Teheran ed ecco giovani e belle madri (alle quali il velo conferisce un surplus di fascino), i loro figlioletti e i rispettivi mariti pronti a gustarsi la vacanza che non sarà guastata dal disadorno e malandato edificio dove per un quiproquo organizzativo dovranno arrangiarsi a coabitare. Elly, maestra della figlia di Sepideh, è stata invitata nonostante sia l’unica estranea all’ambiente: nelle speranze dell’autorevole signora dovrebbe fare coppia con il single Ahmad, appena rientrato in patria fresco di divorzio dalla moglie tedesca. Quando, però, un brutto incidente interrompe le schermaglie goliardiche e fa virare l’atmosfera sui toni di un’imprevedibile tragedia, Sepideh si ritrova nello scomodo ruolo di catalizzatrice delle paure, dei rancori e dei pregiudizi che minano gli equilibri della società iraniana. Una sorta d’inchiesta interna, allestita d’urgenza poiché nei drammatici frangenti la maestrina sembra essersi volatilizzata, costringe a questo punto i vari personaggi a fare i conti con i tabù che scandiscono i loro sentimenti e i loro comportamenti pubblici e privati. Non è tanto il caso d’interrogarsi, infatti, sull’identità di Elly, quanto, ben più pericolosamente, di mimare il duello senza quartiere tra il desiderio di emancipazione e quello di conservazione, in tutta evidenza allusivo di quello che si combatte ormai sempre più spesso nelle strade, nelle piazze e, purtroppo, nei tribunali e nelle carceri del grande paese “cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico, pur non appartenendo a nessuno dei due” ancora tra le grinfie dei guardiani dell’integralismo islamico. La regia di Asghar Farhadi rispetta un canone teatrale e qualche volta indulge troppo sugli scambi di battute a chiave, sull’incontro-scontro con le “libere” forze naturali o sullo stile di ripresa iper-movimentato, nevrotico, sempre a caccia di scarti metaforici. “About Elly” resta, va da sé, un film per spettatori interessati e forse sofisticati, magari in grado di cogliere i riferimenti alla religione o alla sfera spirituale che sembrano di primo acchito prudentemente oscurati. Non diremmo, però, che si tratti di un film auto-commiserativo o manieristico, considerando che le magnifiche interpretazioni – tra cui svetta quella della stupenda Golshifteh Farahani, non a caso già arruolata da Hollywood e accoppiata niente di meno che a DiCaprio in “Nessuna verità”- hanno il coraggio di scavalcare del tutto vezzi e ammicchi di stampo folkloristico-terzomondistico.

ABOUT ELLY

REGIA: ASGHAR FARHADI

CON: GOLSHIFTEH FARAHANI, TARANEH ALIDOUSTI, MANI HAGHIGHI, SHAHAB HOSSEINI

DRAMMATICO – IRAN 2009

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