Recensioni no image

Pubblicato il 15 Aprile 2010 | da Valerio Caprara

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 Perdona e dimentica/Life During Wartime

Con tutto il rispetto per i cinéfili d’elite, che lo promuovono senza riserve, non siamo iscritti al partito di Todd Solondz. Ammirato con qualche ragione per il cinismo ultra-scorretto e il sarcasmo all’acido muriatico di “Happiness” (1998), l’ispido giovanotto americano ormai si ritrova sugli scudi anche quando tocca record di sgradevolezza. Come fa secondo noi “Perdona e dimentica” (“Life During Wartime”), accreditato come ritratto senza veli di un’America middle class “in tempo di guerra” contro le proprie paranoie prima’ancora che contro Al Qaeda: in pratica un girotondo di famiglie devastate da anomalie morali e pulsioni autodistruttive che presenta di volta in volta alla ribalta mogli e mariti, amanti e sorelle, padri e figli titolari dei vizi più ripugnanti. Si va dal padre carcerato per pedofilia alla vegetariana-alternativa in crisi col marito pervertito, dalla sceneggiatrice nevrastenica al compunto dodicenne che riflette sulle ipotetiche ragioni dei terroristi dell’11 settembre, dal fantasma dell’ex fidanzato morto suicida all’applauditissimo (alla Mostra di Venezia) cameo della matura single Charlotte Rampling che rimorchia uomini in albergo: un finto seguito di “Happiness” che modula il presunto concetto filosofico del “perdona e dimentica” sui frigidi contorni della fotografia digitale e sui dialoghi che spargono humour surreale sulle ferite storiche più controverse. Certo la mano del regista indipendente è inconfondibile per come esegue un cruento contropelo al tessuto più marcio dell’impero occidentale; ma la compiaciuta lentezza degli sketch e l’assoluta piattezza stilistica non riscattano il bouquet di nebulose e ciniche metafore.

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